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Diritto canonico e pastorale

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Configurazione giuridica delle nuove aggregazioni ecclesiali e pastorale diocesana

Descrizione: 

Al Nr. 15 dell’Esortazione Apostolica “Evangelii gaudium” Papa Francesco afferma: “è necessario passare da una pastorale di semplice conservazione ad una pastorale decisamente missionaria”. Cosa significa una simile affermazione circa i rapporti Diocesi-Movimenti ecclesiali, Parrocchie-Cammino Neocatecumenale e Nuove Comunità? Più in generale l’invito perentorio del pontefice significa forse che non è possibile conciliare diritto canonico e pastorale, diritto canonico e missione? Certamente no! Perché?

Nel Codice di Diritto canonico del 1983 le espressioni “pastor”, “pastoralis” e simili ricorrono non meno di 140 volte. Alla declamata indole pastorale del Concilio Vaticano II fa dunque riscontro un carattere non meno pastorale delle nuove leggi della Chiesa Cattolica. Anzi, si potrebbe affermare che la “pastoralità” , e con essa la dimensione missionaria, in un certo senso è il “leitmotiv” di tutta la codificazione canonica. È davvero così in tutti i campi toccati dalle leggi ecclesiastiche? Papa Paolo VI, già molto prima della promulgazione del CIC, aveva ammonito che nel diritto canonico la qualifica di “pastorale” non è distinguibile da quella di “teologico” (cfr. AAS 1973, pp. 95-103).

Lo scopo di questo corso-seminario è dunque verificare la validità di questa indicazione metodologica, ispirata dal Concilio Vaticano II (cfr. OT 16,4), attraverso due tipi diversi di esercitazioni applicative di diritto canonico: esercizi di discernimento ed esercizi pratici.

In un certo senso questo seminario, con i suoi due tipi di esercitazione, è da una parte lo sviluppo pratico del corso storico-sistematico sulla teologia del diritto canonico, dall’altra è un primo tentativo di impratichirsi con una concezione missionaria di atti giuridici della pastorale quotidiana.

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